qualcuno al tuo fianco
Un pezzo di strada insieme a te, questo fa un coach.
Sopra i 500 dipendenti:
di solito c’è un manager delle risorse umane.
Qui parliamo di imprese medie, dove di solito chi si occupa del personale fa anche tante altre cose.
Dura la vita, senza HR
Da te non c’è l’agilità dell’aziendina con 50 addetti dove ci si conosce tutti, né la struttura architettata di quella con 5.000.
Così ti vengono richieste sia l’agilità sensibile dei piccoli, sia la strutturazione misurata dei grandi.
Ma siete un piccolo gruppo (spesso sei una persona sola) davanti ai temi complessi globali che stanno rivoluzionando il mondo.
Sorgono problemi sempre nuovi e se l’azienda non li risolve brillantemente, mediamente, la colpa viene data a te.
Non puoi combattere il drago con uno stuzzicadenti
Vediamo se la situazione più tipica assomiglia alla tua.
È un meccanismo perverso ma abbastanza semplice: le grandi questioni epocali diventano tuoi limiti personali.
Dovresti vergognarti di default di non avere poteri magici per dare soluzioni facili a problemi complessi.
E molti ci cascano; come si farebbe per qualche disonorevole segreto personale creano evitamenti, distrazioni, nascondimenti, procrastinazioni, facce di bronzo… no, nessun leader, neanche il più sagace e abile, può andare avanti così per più di qualche settimana.
Diciamo che tu sei bravo e spesso l’azzecchi: complimenti ma attento, non ti conviene continuare a lungo fidandoti solo del tuo fiuto: il mondo è sempre più imprevedibile ed inatteso, è statisticamente certo che prima o poi sbaglierai.
Per te avrà un retrogusto di biasimo, di inadeguatezza, non te lo meriti; e la tua azienda potrebbe farsi male.
Eppure spesso basta cambiare mindset per rivoluzionare la situazione come si rivolta un calzino.
Efficace? Efficiente?
Generativo è molto di più
Efficace: raggiunge un obiettivo.
Efficiente: ci riesce usando bene le risorse.
Generativo: mentre ci riesce trasforma se stesso per fecondare l’obiettivo. Che si muta in una costellazione di nuove opportunità.
È stato questo, il famoso Made in Italy, la generatività del dopoguerra. Guardiamoci intorno, siamo in un nuovo dopoguerra; se qualcuno oggi si lamenta che le opportunità si riducono, ditegli che gli serve più generatività.
Per non finire come tanti Unmade in Italy, efficacemente ed efficientemente in un binario morto.
Dalla vergogna di avere un problema che non posso risolvere
all’orgoglio di partecipare ad un processo generativo
Le parole sono importanti, noi siamo degli accompagnatori, non dei condottieri. Camminiamo a fianco dando un sostegno: organizzativo e metodologico, emotivo.
È quello che sai già fare?
In gran parte sì, cambia probabilmente il modo di farlo.
Serve che l’azienda sia generativa, capace innanzitutto di esprimere tutte le sue risorse interne e amplificarle.
C’è un aspetto emotivo nell’accompagnamento e nella condivisione del percorso che facciamo insieme. Chi crede che l’aspetto emotivo sia solo un orpello motivazionale o una retorica di branding non ha capito la posta in gioco: l’azienda è fatta di persone. Di storie, cervelli, sogni e interazioni.
L’azienda che pensa e che sente è un’organizzazione che assume un’identità, nasce dalla dialettica, dall’incontro, dalle relazioni interne.
Serve una prassi anche per questo: metodi, tecniche, piccole routine, che assecondano il cambiamento gradualmente via via che migliorano le abitudini e gli stili delle relazioni.
Questo cambia l’identità della tua azienda e quindi il suo modo di essere viva e reattiva nei nuovi mercati.
Questa è politica
È politica industriale nel Paese storico delle aziende medie.
Se la parola “politica” ti fa pensare ai partiti cercane un’altra, ma occorre mettersi insieme
– per difenderci
(perché nessuno si salva da solo)
– per cogliere le nuove occasioni
(ci sono treni che passano solo una volta)
È una strada importantissima per la PMI europea, e in particolare qui nell’Italia che fu del Made in Italy, creativa, eclettica, agile e generativa-ante-litteram.
Oggi se ne parla tanto, ma tranne poche eccezioni se ne sono perse le tracce.
Dobbiamo ricominciare subito, quest’onda di mutazioni che ci sta per sommergere la dobbiamo navigare divertendoci sulla cresta come un surfer, facendoci portare come facemmo nel secondo dopoguerra.
La vera magia è il fare
L’impresa generativa è una filosofia, ma non è un filosofeggiamento da salotti.
La filosofia ci chiama a non essere passivi, ci dice che non possiamo stare ad aspettare quello che accade e poi cercare di adattarci meglio possibile.
Stiamo dicendo che l’essere umano è chiamato a intervenire in modo critico nel reale e ad agire col suo libero arbitrio nelle cose del mondo.
Insomma: pensa bene prima di tirarti su le maniche, chiama a pensare con te molti cervelli in parallelo, e poi tirale su e comincia a modificare il mondo.
Ecco la leadership
Ci sono due modi di rispondere a un cambiamento, uno automatico e uno generativo.
Uno è puramente reattivo: se io non mi conosco, reagisco automaticamente ad una perturbazione. Lo fa anche un interruttore, è un sistema ciberneticamente “banale”.
Il leader (per come lo vediamo noi) non reagisce automaticamente e il suo compito non è quasi mai quello di far funzionare l’azienda come se fosse una serie di relè pronti a rispondere ad ogni mutazione di qualche parametro con un comportamento standard.
Certo, ci sono le routines, ma non funzionano nei momenti fondamentali, visto che ci aspettiamo l’inatteso; l’unica cosa certa dell’inatteso è che arriva quando non ce l’aspettiamo, l’unica caratteristica che possiamo immaginare dell’’inatteso è che non sarà facile da parametrizzare con le misure precedenti. L’unica certezza è che arriva, perché il mondo gira.
Quindi il leader (come lo vediamo noi) preferisce il secondo modo di rispondere al cambiamento: se ragioniamo in modo generativo l’inatteso è l’occasione che aspettiamo per esercitare la nostra creatività ed agilità: l’inatteso è il nostro vantaggio competitivo.
Il leader esercita (e chiede di esercitare) quella quota di libero arbitrio che ciascuno di noi possiede. Porta il sistema ad un’attenzione competente, così risponde all’inatteso con l’inatteso. Impara dalle perturbazioni, dalle proprie risposte e dall’effetto delle proprie risposte. Cerca il massimo dalle risorse interne.
Non confondiamo questo concetto con tutta quella retorica del “se vuoi puoi” che riempie libri e corsi che hanno nel titolo parole come “vincente”, “successo” eccetera.
Noi parliamo di un fare che ha grande consapevolezza del limite e che funziona solo insieme agli altri in un sistema che ha una sua ecologia aziendale.
Insieme al coach
È più facile capire:
- quali azioni di leadership mettere in agenda, per mantenere la squadra compatta e pronta alle sfide future;
- quali cambiamenti di mentalità assimilare e condividere
- che percorsi e tappe di marcia sono necessari;
- a quali modelli manageriali possiamo ispirarci
Per questo insieme possiamo:
- potenziare le competenze manageriali tue e del tuo staff
- sviluppare la leadership tua e nei tuoi team per sviluppare una visione sistemica
- liberare le potenzialità inespresse con mentoring e coaching a singoli o gruppi
- creare team efficaci di cooperazione generativa
Immagine di copertina: “two figures small boat square” è contrassegnato con CC0 1.0.